Il valore dei luoghi

di Alberi in Comune ODV
in collaborazione con
ONDA - Organismo Nazionale Difesa Alberi
Il valore di un territorio, di una Città è dato anche dagli alberi che, nel tempo, in parchi, filari o anche singolarmente, hanno reso unici i suoi luoghi.
Importanti leggi dello Stato – come il Codice dei beni culturali 42/2004, la Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” e sentenze come la CDS 9178/2022 “Non si abbattono alberi senza validi motivi” – richiedono particolare attenzione prima di decidere di abbattere elementi che caratterizzano e identificano la storia di un luogo.
In questa Città, San Donà di Piave, e purtroppo in molti altri luoghi della nostra Italia, la furia iconoclasta è in atto da tempo, in nome di un rinnovamento che spesso distrugge il nostro passato.
Non si tratta di essere un laudator temporis acti, uno che rimpiange il passato: il senso di questo messaggio è invece valorizzare la storia di un luogo, con i suoi elementi caratterizzanti.
Magari si raccolgono in musei elementi di storia ma si trascurano i segni del passato presenti nel territorio.
Il territorio della bonifica del Veneto orientale conserva molti segni di questo passato, visibili nelle alberature urbane e agricole.
- A San Donà di Piave via Cesare Battisti era via dei tigli
- L’area dei “sabbioni” e via Baron custodiscono ricchi viali alberati
- All’area dei Grimani si accedeva da un viale di tigli, oggi via Mazzini
Fuori dal centro urbano, invece, grandi filari di pioppi e gelsi e molte siepi sono stati eliminati per privilegiare la produzione agricola intensiva. Sono perdite di valore non solo paesaggistico e storico, ma anche ecosistemico.

Prima di intervenire per puro senso di innovazione, valutiamo bene – come chiedono anche le leggi – la possibilità di
integrare la storia dei luoghi con il loro sviluppo.
L’intelligenza di chi sa armonizzare antico e nuovo sembra mancare sia nelle Amministrazioni pubbliche, sia nei professionisti chiamati a progettare.
Non dimentichiamo anche i rischi connessi ai cambiamenti climatici: siccità e alluvioni possono compromettere la sopravvivenza dei nuovi impianti arborei. Esempi recenti, come la morte prematura di gran parte dei nuovi alberi piantati a Firenze, lo dimostrano.
Ma soprattutto: conosciamo davvero il valore di ciò che abbiamo nel nostro territorio?
Ad oggi non ci sono studi, ricerche o dati che ci permettano di valorizzare pienamente questi elementi.
Non possiamo affidarci solo alla memoria dei nostri anziani, pur preziosa. È tempo di agire e di riconoscere il patrimonio che ci circonda.
Gabriele Zenezini




